Il titolo di questo pezzo può sembrare una semplice data ma per me non è così. Esattamente in quel giorno (ora più, ora meno) Trento vinceva la sua prima Champions League.
Dopo anni in cui di vittorie, fortunatamente, ne sono arrivate molte, questa riveste per me un ricordo davvero particolare. Non ero mai stato, prima di allora, in una squadra costruita per vincere, un gruppo di lavoro con l’obiettivo dichiarato di arrivare fino in fondo ed alzare la coppa sul Podio. Si trattava inoltre della mia prima esperienza in campo internazionale. Sembra una banalità ma organizzare il lavoro di preparazione gara in parallelo tra campionato italiano ed Europa non è stato per nulla facile. Addirittura un paio di settimane prima del nostro esordio casalingo contro ACH Volley Bled, io ed il Team Manager Riccardo Michieletto, ci recammo a Vienna per assistere alla partita di MEVZA Cup tra i padroni di casa (anche loro inseriti nel nostro girone) e proprio la formazione di Bled…
Per fortuna il cammino fino a Praga (sede della Final Four) fu abbastanza agevole, e riuscimmo a qualificarci per la finale a quattro vincendo tutti gli incontri. In semifinale incontrammo Macerata (che ci aveva già battuto in SuperCoppa ad inizio stagione) e vincemmo in maniera perentoria, qualificandoci per la finale. Il giorno dopo (il 5 aprile appunto) affrontammo i greci dell’Iraklis, che a sorpresa in semifinale avevano eliminato l’Iskra Odintsovo. Nel pregara successe di tutto con i tifosi greci che misero letteralmente a ferro e fuoco l’O2 Arena. Dovette intervenire la polizia in assetto antisommossa per poter permettere l’inizio della gara. Non riesco a raccontare la paura provata in quei momenti.
Poi iniziò la partita e ci furono solo il campo, la palla e le due squadre da analizzare e studiare, l’ambiente intorno era ovattato ed aveva assunto una atmosfera irreale… fino agli ultimi due aces di Kaziyski. Da quel momento non ricordo più nulla fino alla cena in albergo: ho rivisto filmati e fotografie nei giorni e nelle settimane successive che mi hanno permesso di ricostruire che cosa avessi fatto in quei momenti subito dopo la fine della gara, ma nella mia testa è rimasta solo la gioia e la soddisfazione provate in quel momento.
La vittoria numero 1, la vittoria indelebile.